Stress Ossidativo

Stress ossidativo

radicali liberi sono delle molecole molto reattive e instabili: i più conosciuti sono quelli a contenuto di ossigeno (anche indicati come ROS), la cui formazione avviene fisiologicamente nelle reazioni con cui le cellule producono energia a partire dall’ossigeno. Per la loro struttura chimica, i radicali liberi tendono a sottrarre un elettrone alle molecole vicine innescando una reazione a catena che, se non controllata, finisce col danneggiare le strutture cellulari. Per evitare che ciò accada, l’organismo dispone di un sistema di difese antiossidanti, in grado di neutralizzare buona parte degli effetti negativi associati alla produzione di radicali liberi. Nell’organismo sano esiste quindi un delicato equilibrio fra produzione e “smaltimento” dei radicali liberi (da parte dei sistemi antiossidanti), definito “bilancia ossidativa”.

Polimorfismi genetici possono rendere poco efficienti i sistemi di difesa antiossidante, permettendo un accumulo eccessivo di radicali liberi e quindi uno squilibrio delle bilancia ossidativa. Si tratta di una minaccia subdola dato che queste molecole non si possono vedere né sentire, ma possono minare l’integrità dell’organismo, esercitando una vera e propria aggressione cellulare. Questa condizione, chiamata stress ossidativo, produce pertanto dei danni a livello cellulare, che non sono immediati ma che si manifestano inevitabilmente nel tempo, accelerando l’invecchiamento dell’organismo e l’insorgenza di patologie.

Quest’area comprende l’analisi dei seguenti geni:

  • Il gene MnSOD2 codifica per un enzima (superossido-dismutasi-2-manganese dipendente) che ha il compito di arginare l’eccesso di radicali liberi. La sua azione di trasformazione dell’anione superossido in perossido di idrogeno è considerata la primaria difesa antiossidante dell’organismo. Polimorfismi possono avere conseguenze sfavorevoli, esponendo l’organismo allo stress ossidativo.
  • Il gene CAT codifica per l’enzima catalasi, coinvolto nella detossificazione della cellula da radicali liberi e localizzato principalmente nel fegato, nella cute, nel rene e nei globuli rossi. Catalizza la trasformazione del perossido di idrogeno, formato dalla SOD, in ossigeno ed acqua. Polimorfismi genetici possono determinare la carenza o l’assenza completa di catalasi e quindi una deficienza della detossificazione da radicali liberi.
  • Il gene GPX codifica per la glutatione perossidasi, che protegge l’organismo dal danno radicalico catalizzando la riduzione del perossido di idrogeno e dell’idroperossido. In particolare svolge un ruolo essenziale nella prevenzione della perossidazione dei lipidi, contribuendo alla stabilità e funzionalità delle membrane biologiche e contribuendo a contrastare malattie cardiovascolari e processi degenerativi. Il polimorfismo analizzato espone in misura significativamente superiore rispetto alla media al danno extracellulare da stress ossidativo.

Quest’area comprende l’analisi dei seguenti parametri biochimici:

  • D-ROMS (Metaboliti reattivi dell’ossigeno)
    Rappresenta il dosaggio di sostanze reattive all’ossigeno, molecole instabili e reattive in grado di produrre il danno cellulare definito stress ossidativo.
  • Omega Screening
    Il test permette di misurare e monitorizzare l’equilibrio corretto tra Acido Arachidonico rispetto all’Acido Eicosapantenoico(EPA) e all’Acido Docosaesaenoico (DHA). Il primo è il principale fra gli acidi grassi Omega 6, i secondi sono i principali acidi grassi Omega 3. Omega 6 e Omega 3 sono acidi grassi essenziali in quanto l’organismo non è in grado di sintetizzarli e devono essere assunti con la dieta. Il test in questione permette quindi di identificare e monitorare l’equilibrio fra i principali acidi grassi della serie Omega 3 e Omega 6. L’acido Arachidonico (Omega 6) porterà alla formazione intracellulare di eicosanoidi ad attività proinfiammatoria. Dagli acidi grassi Omega 3 (DHA, EPA) si formano nelle cellule le “Resolvine” che hanno attività antiossidante e antiinfiammatoria con intervento positivo nel metabolismo lipidico. Questo test è un marker di benessere per evidenziare capacità antiossidante dell’organismo e il grado di infiammazione latente.
  • Selenio
    È un elemento essenziale come cofattore in numerosissimi enzimi ad attività antiossidante, i suoi ridotti valori ematici esprimono potenziali carenze di tale processo.