Metabolismo dell’insulina

Metabolismo dell’Insulina

I carboidrati complessi ingeriti vengono trasformati in zuccheri semplici, come il glucosio, per essere metabolizzati e apportare energia alle cellule. Il glucosio attraversa la barriera intestinale e passa nel flusso sanguigno, provocando un aumento della glicemia, ossia della concentrazione di glucosio nel sangue. In risposta all’aumento di glicemia l’organismo secerne insulina, ormone che consente il passaggio del glucosio dal sangue alle cellule, riportando la glicemia al livello base nel corso metabolico che segue la digestione. L’insulino-resistenza è la condizione in cui l’organismo diminuisce la propria sensibilità all’azione dell’insulina, riducendo la capacità di rispondere a questo ormone e quindi la metabolizzazione del glucosio.

In una profilazione genomica focalizzata su sovrappeso e obesità, è quindi fondamentale l’analisi dei geni coinvolti nel metabolismo e nella sensibilità all’insulina: più la risposta insulinica è alta, maggiore è la difficoltà a perdere peso.

Quest’area comprende l’analisi dei seguenti geni:

  • Il gene TCF7L2 è espresso in particolare negli isolotti pancreatici e nel tessuto adiposo. Le sue varianti genetiche sono associate ad un rischio significativamente aumentato di diabete tipo 2 ed insulino-resistenza.
  • Il gene PLIN codifica per la perilipina, una proteina che svolge un ruolo importante nella mobilizzazione e nell’accumulo di grasso, agendo come uno strato protettivo per prevenire l’azione delle lipasi.
    I polimorfismi genici ne condizionano funzione ed espressione, interagendo anche sulla sensibilità verso l’insulina. In funzione del genotipo, cambia la risposta ad una dieta in relazione alla distribuzione oraria dei pasti nella giornata (sensibilità maggiore verso una cronodieta).
  • Il gene PPARG codifica per un recettore nucleare che regola la differenziazione degli adipociti, il metabolismo lipidico e la sensibilità all’insulina, risultando correlato in un contesto poligenico con sovrappeso e suscettibilità al diabete di tipo 2.
  • Il gene PCSK1 riveste un ruolo essenziale nella maturazione di ormoni chiave che controllano l’assunzione del cibo, le sue mutazioni fanno pertanto aumentare il rischio di obesità. PCSK1 produce l’enzima proconvertasi 1 che è in grado di attivare alcuni importanti ormoni, come l’insulina, il glucagone (ed i derivati di quest’ultimo, tra cui il GLP-1 che trova impiego nel trattamento del diabete di tipo 2), nonché la proopiomelanocortina (che fa sentire la persona sazia). Difetti di attivazione causati da variazioni genetiche portano disfunzione di questi ormoni, disturbi del comportamento alimentare e obesità/sovrappeso.
  • Altro polimorfismo coinvolto è a livello del gene ACE. I portatori di questo genotipo vedono aumentato il rischio di resistenza all’insulina, con conseguente facilità all’aumento di peso, difficoltà al calo ponderale e maggiore suscettibilità verso il diabete di tipo 2.

Quest’area comprende l’analisi dei seguenti parametri biochimici:

  • Indice HOME
    L’Indice HOMA (Homeostasis Model Assessement) si fonda sulla valutazione di un modello omeostatico matematico per il quale la resistenza all’insulina può essere calcolata comparando le concentrazioni ematiche di glucosio e di insulina a digiuno.
    La variabilità dell’indice HOMA non è causata solo dall’eccesso del grasso addominale, vi sono suscettibilità genetiche al metabolismo dell’Insulina proposte dal test genetico Metabolic Check DNA che tale indice può confermare a livello metabolico.